In questi giorni si chiude un anno intenso e micidiale, almeno per me…
In rapidissima sequenza, sostenuto da botte di culo incredibili (visto il periodo storico, ma soprattutto il mio curriculum di buchi nell’acqua), mi son ritrovato a traslocare due volte (tre, se aggiungiamo la chiusura/trasloco di SpazioCrisi), ho agganciato un paio di lavori parecchio impegnativi, e da aprile non faccio altro che svilupparli, nottisabatidomenicheprimimaggiferragosti inclusi.
Il (poco) tempo rimastomi è stato equamente suddiviso tra le iniziative che ancora danno un senso al vivere in questa uggiuosa cittadina: dopo un balletto durato anni (al solito!) ho iniziato a collaborare attivamente con YouAid, associazione di amici su cui non mi dilungo dato che ne ho sviluppato il sito, che dice tutto e bene; ho concluso a maggio i laboratori durati tutto l’inverno, e ora con le inossidabili Carpe Diem stiamo organizzando quelli del prossimo inverno.
A giugno si è tenuto il 9° Torneo Armana, e anche quest’anno mi è stato chiesto di disegnarne il materiale… Grazie ai fratelli A, è stata l’unica occasione in 6 mesi di usare acrilici e pennelli!
…eppoi ci sono gli Ashpipes, che ancora mi sopportano e mi affidano le loro grafiche, come il mini cd uscito in primavera, e per i quali sto preparando un video in animazione, che probabilmente vedrà la luce postumo (!).
Certo, in questi mesi qualcosa è andato storto (o molto storto), ho perso occasioni gustose, tra cui il ruolo del jolly nell’organizzazione della NotteBianca di Carezzano, il mio rito pagano favorito… ma tutto non si può fare.
Oggi sono esausto, sto finendo un maxiprogetto e probabilmente subito dopo fuggirò a riposare il cervello (chè di fisico è rimasto ben poco..59 chili, ad occhio). Ma sento in sottofondo che pulsa la crisi cinestatica, concetto contorto elaborato con Chicco Camontelli, in cui tutto è fermo muovendosi, vorticosamente, e per esperienza dovrebbe essere l’incipit per una valanga di nuovi disegnini e pitture.
Non che qualcuno me li chieda, ma stare due anni senza dipingere e disegnare, semplicemente, mi ha ridotto una larva.
Ho computerz e cartellette pieni di foto e bozzetti, fermi a far la polvere, idee e stimoli che restano ad invecchiare e banalizzarsi senza aver visto la luce.
Mòbbasta, nulla dies sine linea diceva Di Napoli che diceva Plinio, ma il senso non è il restare allenati sul disegno, ora capisco…è non impazzire di vuoti.
Parto x l’esilio feriale con una serie di illustrazioni scarpose che dovrebbero camminarsela da ottobre, con una ventina di Negazioni in corso d’opera che vorrei esporre prima o poi, la terza infornata di Spaesamenti, nuovi Alberelli, nuove Urbs.
Poi ci sarebbero anche da finire le Colline, le PinUps, i Ritrattini, Dive e Riflessi, Apocalissi, Eva, i fumetti, le murate ed altro, ma – senza una cospicua vincita, eredità, rapina- credo che ci vorranno ancora anni per vedere cosa ne verrà fuori.